figlio di Salvatore Mele e Maria Recchia, si trasferisce a 16 anni a Milano e tuttora risiede a Garbagnate Milanese (Milano). Durante la sua lunga carriera lavorativa dirige aziende leader mondiali nel settore della lavorazione artistica dei metalli. In quegli ambienti conosce i migliori scultori nazionali e internazionali autori di opere famose al pubblico. Queste frequentazioni alimentano la sua curiosità artistica negli anni settanta sino a spingerlo a frequentare la scuola darte presso il Castello Sforzesco di Milano.
Inizia così la sua avventura artistica con mostre in Italia e allestero.
Vito Mele è lo scultore la cui ispirazione di sereno respiro cosmico, ha in luce il potere di ripristinare la scultura in una posizione di prestigio.
I soggetti non sono cose o persone, ma stati danimo, speranze, emozioni, un mondo interiore che non é chiuso nel soggettivismo dellartista, ma trova corrispondenza in quello universale.
Le opere posseggono una forza di comprensione come se fosse lopera a guardare dentro di noi, leggere i nostri reconditi desideri, non egoistici ma cosmici, per restituirci allo scorrere del tempo piú consapevoli, calmi e fiduciosi.
La riduzione dei soggetti alle loro forme semplici, con una propensione per la forma sferica, riesce a comunicare con forza lidea sottostante, così come luso dei materiali: il freddo bronzo, che riflette la luce attirando lattenzione sulla superficie, il ferro, il marmo, la pietra leccese, ma anche caldi materiali organici come il ciliegio, rovere, ulivo.
La scultura di Vito Mele non é contemporanea, nel senso che non rispecchia lagitazione e la transitorietà della società odierna.
Le tecniche scultoree adottate da Vito Mele sono la fusione a cera persa, il cesello e la lavorazione a tutto tondo. Vito Mele non trae il suo repertorio tematico dalla realtà nella sua forma esteriore , bensì lessenza delle cose. Loggetto scolpito si identifica con gli elementi universali della spiritualità, spostando quindi lopera artistica dal mondo delle apparenze a quello della coscienza. Il taglio geometrico, la sintesi espressiva, rivelano una teoria estetica purista con accenni al misticismo orientale. È un arte laica che alita un sereno spirito zen, espressione non di una arrogante soggettività ma di una conpisibile spiritualità universale, riuscendo pienamente a comunicare con i fruitori con mezzi essenziali.
Il rigore formale non e privo di pathos. Al di là del senso di sospensione metafisica palpita una misteriosa energia ed un messaggio ideologico.
Larte di Vito Mele rinuncia alla rappresentazione di questo mondo violento, contradditorio, sradicato, insicuro, tormentato, alla ricerca di valori, ma rende visibile ciò di cui questo mondo ha bisogno: spiritualità, armonia, equilibrio, serenità.
Nonostante lessenzialità minimalista, e un arte ottimista, che da fiducia nella possibilità di un mondo in cui conpidere e convivere in pace.
È quindi unarte che rompe il velo del tempo e dello spazio per consegnarsi alleterno.
NOTA. Lamore per larte che lo scultore Vito Mele ha sempre manifestato nel corso degli anni, è allorigine del Museo Mele sito nel Santuario Santa Maria de Finibus Terrae a Santa Maria di Leuca (Castrignano del Capo Lecce) ed inaugurato a luglio 2003.
Visita il sito: www.vitomele.it
Visita il sito: www.museomele.it