The Art of Games

Centro Saint-Bénin, Aosta - 22 maggio - 08 novembre 2009

Il progetto internazionale "The Art of Games Nuove frontiere tra gioco e bellezza" ha lo scopo di far conoscere e valorizzare il fantasioso mondo dellarte videoludica, mostrandone i possibili livelli di tecnica e creatività.

Il soggetto, a cui non è stata mai data adeguata risonanza, vuol essere ora contestualizzato allinterno dello scenario artistico contemporaneo.

La mostra tematica, che sarà visitabile nel Centro Saint-Bénin di Aosta dal 22 maggio all8 novembre, riunisce alcuni tra i più celebri concept artists per videogames ed espone oltre 100 opere tra quadri, schizzi, interazioni multimediali, video, console, musica, proiezioni.

Verrà inoltre presentato per la prima volta anche un catalogo darte critico sulla game art e la sua epoca, con testimonianze di esperti provenienti dal panorama universitario internazionale. La Valle dAosta, per il ricco patrimonio culturale e paesaggistico di cui dispone, si presenta come luogo ideale per adattare siti storici a un nuovo immaginario virtuale.

il testo critico delle mie opere:

Beni culturali e fotografia Le ricerche di Stefano Venturini tra documentazione e invenzione

di Daria Jorioz

Heinrich Schwarz, storico dellarte di formazione viennese della prima metà del Novecento, diceva che fotografare non significa semplicemente riprodurre: fotografare significa trasformare. Lattività fotografica richiede unorganizzazione razionale ed emotiva, che conferisce alla creazione finale un significato non solamente di restituzione del visibile, ma di elaborazione intellettuale e artistica. Ogni inquadratura è una scelta che presuppone esclusioni e nella quale lautore fornisce una raffigurazione limitata e soggettiva della molteplicità.

Questa riflessione potrebbe idealmente accompagnare losservatore anche alla scoperta di queste fotografie realizzate da Stefano Venturini, sottolineando la complessità di significati del linguaggio fotografico che, oltre ad avere una funzione documentaria e descrittiva, testimonia una visione soggettiva del mondo.

Se le riflessioni di Heinrich Schwarz riguardavano la fotografia tradizionale, queste considerazioni si dilatano a dismisura nellepoca della fotografia digitale, che rivoluziona di fatto le possibilità di questo mezzo espressivo, facendolo interagire con altri linguaggi, quali la grafica e lelaborazione computerizzata.

Sono qui presentate alcune fotografie di grande formato dedicate ai beni culturali della Valle dAosta. Così accanto ad opere di severo fascino quali la stele antropomorfa n. 6 rinvenuta nellarea megalitica di Saint-Martin-de-Corléans di Aosta, Illuminata da pennellate di luce in fibra ottica, si dispiegano le immagini di emergenze architettoniche di assoluto rilievo, quali i castelli di Ussel, Verrès, Aymavilles e il Forte di Bard.

Un cielo drammaticamente movimentato incornicia la facciata del Teatro romano di Aosta, creando unambientazione di indiscusso fascino, mentre linterno del grande parallelepipedo di Verrès si trasforma in uno spazio nuovo ed inventato.

Stefano Venturini si confronta con le nuove potenzialità della fotografia digitale, trae ispirazione dai realizzatori dei videogames, ne utilizza gli strumenti, ma mantiene inalterato il suo sguardo di fotografo. Così se la veduta del castello di Aymavilles si ammanta di unatmosfera fiabesca, non si discosta comunque dalla realtà, potenziandone piuttosto la valenza estetica. Daltra parte il sovradimensionamento dellimmagine le conferisce di fatto un ruolo nuovo, modifica le abitudini di fruizione della fotografia, in cui loriginario intento documentario si mescola con la messa in scena dellimmagine e la sua teatralizzazione.

La fotografia di Stefano Venturini mantiene dunque uno dei propri aspetti fondanti, quella presunzione di realtà che costituisce un aspetto sostanziale della propria reputazione storica.

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