Parigi - maison du Val d'Aoste
2 giugno - 19 settembre 2010
Fotografia d'arte Aosta - fotografia per cataloghi d'arte - foto riproduzioni opere arte Aosta
L'Assesseur à l'éducation et à la culture de la Région autonome Vallée dAoste, Laurent Viérin, communique que mercredi 2 juin, à la Maison du Val dAoste de Paris, a eu lieu le vernissage de l'exposition de Marco Jaccond « Voyages en zigzag », organisée par lAssessorat.
Lexposition présente une série de tableaux de différents formats réalisés par lartiste expressément pour cette occasion à laide dune technique mixte associée à des collages. Marco Jaccond crée des images évocatoires, qui renvoient à la littérature, à lhistoire et au voyage, en récupérant des lettres jaunies, des documents datant du XXe siècle, des coupures de journaux et danciennes images publicitaires de la Vallée dAoste.
« Cest donc avec grand plaisir affirme lAssesseur Viérin que je présente au public cette exposition qui nous invite à réfléchir sur le thème, toujours actuel, du rapport entre lhomme et le temps. La Maison du Val dAoste offre sans aucun doute une vitrine prestigieuse à cette exposition dont lobjectif est de valoriser la production artistique valdôtaine et de renforcer le lien entre notre région et le monde francophone. »
Lexposition ouverte jusquau 19 septembre 2010 est complétée par un catalogue bilingue français-italien, enrichi dune critique signée par Francesco Poli.
Marco Jaccond Voyages en zigzag
La produzione figurativa di Marco Jaccond ha indubbie valenze filosofiche , soprattutto di matrice umanistica esistenzialista, e letterarie su un filo che corre (in particolare nelle opere qui in mostra) da Baudelaire a Rimbaud da Joyce a Benjamin. Nei suoi lavori lartista mette in gioco, ma sempre con raffinata leggerezza e mai in modo troppo dichiarato, questioni cruciali che riguardano lenigma dellidentità inpiduale e collettiva ; il senso della vita e il destino umano (dalla dimensione quotidiana a quella sociale e politica) ; e i rapporti affascinanti e inquietanti col tempo (quello presente, passato e futuro) e con lo spazio (quello della realtà in cui siamo immersi), e cioè con le grandi coordinate attraverso cui cerchiamo ostinatamente e disperatamente di orientarci.
Jaccond non ha una visione ottimistica dellesistenza. Ecco alcune righe di un suo testo (del 2003) che ci possono servire a mettere a fuoco alcuni aspetti specifici della sua poetica : « Luomo, in cio che Heidegger chiama sentimento di deiezione esistenziale, è come una nave in preda al mare oscuro dellessere. Ignaro del senso ultimo della sua vita, affidato alla caducità del tempo e consegnato allinevitabilità della morte egli, scialuppa alla deriva, naufraga nello spettacolo assurdo-comico, tragico-pertente del mondo (...) Luomo di cui si parla non puo comunque sottrarsi al viaggio () perchè è comunque alla ricerca di qualche barlume di senso che possa giustificare il suo essere nel mondo. Lo vediamo allora tentare oblique strade, inseguire geometriche traettorie che sottendono un ordine che sembra di continuo sfuggire... ».
É sicuramente importante evidenziare la complessità e profondità delle problematiche culturali di fondo che caratterizzano la ricerca di Jaccond, ma non bisogna correre il rischio di far prevalere una lettura troppo contenutistica (rischio che deriva anche dallattitudine fortemente intellettuale dellartista stesso). La pittura ha sue proprie specifiche modalità espressive rispetto al linguaggio scritto ; ha strutture formali iconiche che si aprono a significazioni, per molti versi, più immediatamente evocative, e che stimolano suggestioni e impressioni sensoriali, emotive e mentali che si collocano su livelli di una più fluida e diretta dimensione dellimmaginario. E questo vale anche in particolare per la pittura di Jaccond, che si alimenta a fonti letterarie ma che mette in scena (con la « leggerezza » di cui si è detto) una narrazione visiva « altra » , elaborata attraverso materiali e elementi iconici che arrivano a creare una peculiare tensione estetica.
E possiamo incominciare ad analizzare la pittura di Jaccond proprio dal quadro il cui titolo è stato scelto anche come titolo dellesposizione. Una scelta molto giusta perchè Voyages en zigzag esprime bene in sintesi, e anche con ironia, il senso di tutta la serie di lavori (che si lega al testo citato dellartista, « tentare oblique strade... »).
Questopera, come tutte le altre, è un collage di vecchi documenti cartacei su cui sono dipinte e disegnate delle figure di persone più o meno ricalcate da foto di gente prese in strada.
Sullo sfondo compare, insieme ad altri fogli scritti, la pagina di frontespizio di una pubblicazione dove si legge proprio Voyages en zigzag. Titolo misterioso (per noi) e stupendo, che basta da solo a innescare nel nostro immaginario le ipotesi più disparate di percorso. Gli ipotetici protagonisti di questi viaggi tortuosi sono i personaggi in scena. Sulla destra vediamo di spalle alcune persone che si allontanano verso chi sa dove, mentre sulla sinistra in primo piano ci sono due figure femminili, o meglio una sola e il suo doppio speculare. É limmagine di una turista che sta fotografando non si sa che cosa, ma che raddoppiata in quel modo sembra fotografare se stessa proponendosi come una enigmatica metafora autoriflessiva.
Queste come tutte le figure negli altri quadri hanno laspetto di presenze fantasmatiche, che galleggiano senza peso sulla superficie che non ha profondità; sono persone ridotte a essere silhouettes di se stesse, completamente spaesate, sospese in una dimensione spazio-temporale completamente straniata.
Sono da un lato espressione della folla, dellanonima e vastissima varietà di gente che anima la scena urbana, e dallaltro lato sono inpidui chiusi nella loro desolata e vuota solitudine.
Questi personaggi, raffigurati negli atteggiamenti più consueti da soli, in coppie o in gruppi, sono stati letteralmente prelevati dai loro spazi di esistenza, dai contesti ambientali e architettonici in cui sono stati fotografati, e trasferiti, come delle decalcomanie (che mantengono solo unombra di profondità se riprese in scorcio), nel piatto mondo cartaceo, predisposto dallartista. In tali contesti sono chiamati a recitare ruoli senza trame se non quelle molto vaghe e enigmatiche che i titoli delle opere indicano.
Ma in effetti il loro vero ruolo è proprio quello di essere delle persone di passaggio, del flâneurs che attraversano come per caso, senza mete predeterminate i territori di carta impregnati di memorie e di tracce di vissuto di cui rimangono solo frammenti poco decifrabili, riattivando con il cortocircuito della loro presenza lattenzione di chi guarda le opere, in direzioni inedite.
In omaggio alla città in cui è allestita la mostra, Jaccond ha presentato un ciclo di diciannove carte di piccolo formato che nel loro insieme danno vita a ununica grande opera che si intitola Flânerie Dal Sacré Cur alla Tour Montparnasse. Ma qui il riferimento a Parigi funziona soprattutto come pretesto. Infatti gli sfondi, come precisa lautore, sono dati da pagine a caratteri « esotici » (arabi, cirillici, coreani, ecc.) a indicare codici non comprensibili a livello occidentale, ma parte di di un universo semantico decontestualizzato dentro il quale si muove ormai il moderno e smarrito Ulisse quotidiano.
Altri riferimenti alla Francia e a Parigi si trovano in titoli di lavori come Nos grandes écoles, Terrains vagues, Bovary cest moi, Il pifferaio di Manet, e soprattutto Aux deux passages. Questultimo titolo (che come nel caso di Voyages en zigzag deriva da una frase che si trova su un una pagina incollata sullo sfondo) è una chiara allusione a un testo fondamentale che ha ispirato tutta la mostra di Jaccond, vale a dire Passages de Paris, di Walter Benjamin.
Ma a fare da contrappunto alle indicazioni che rimandano alla grande metropoli ecco che troviamo anche un bel lavoro che ha sullo sfondo una vecchia pubblicità con la scritta Cogne- acciali speciali, in omaggio alla Valle dAosta. Anche qui troviamo personaggi che sembrano capitati per caso e che sono perfettamente intercambiabili con quelli che stanno tra Montmartre e Montparnasse. In realtà un luogo vale laltro in questa meditazione figurata di Jaccond sulla condizione di totale spaesamento degli inpidui umani, fra le macerie delle memorie del passato (sullo sfondo) e la angosciante mancanza di prospettive e orientamenti della realtà contemporanea globale.
Pour tout renseignement complémentaire :
Assessorat de léducation et de la culture
de la Région autonome Vallée dAoste
Service des expositions : tél. 0039.0165.274401
Courriel : u-mostre@regione.vda.it